Valutare lo stato di salute di un manufatto artistico, monitorarne l’interazione con l’ambiente e programmare piani di manutenzione ordinaria o eventuali interventi conservativi rientrano tra i compiti principali delle Soprintendenze per i Beni Culturali. La tutela e la conservazione del patrimonio storico artistico, infatti, sono il fine ultimo cui tendere per garantirne la sua sopravvivenza. Con questo obiettivo il metodo di lavoro prevede una mappatura dello stato di conservazione, ovvero un’operazione di osservazione, valutazione e definizione delle forme di alterazione dei materiali presenti (originali e di restauro). Questo è un momento fondamentale per la conoscenza del manufatto artistico e molto spesso in questa fase è necessario eseguire una campagna diagnostica che attraverso analisi non invasive o micro invasive consente di individuare in maniera puntuale i materiali originali e determinare il degrado presente, nonché la sua cinetica in relazione alle condizioni climatiche dell’ambiente in cui è conservato. Figure professionali di diversa formazione, come storici dell’arte, restauratori, archeologi e conservatori scientifici, collaborano con l’intento di definire lo stato di salute del manufatto artistico realizzando mappe del degrado in cui si evidenziano le aree interessate da differenti tipologie di alterazione. Generalmente questa operazione si esegue con metodi consolidati che prevedono l’individuazione in situ delle zone degradate e la successiva trasposizione digitale delle stesse su un rilievo bidimensionale (vettore o raster).
Nella figura si mostra un affresco di una lunetta del Sottotetto di Sant'Orso, con le principali forme di degrado che l'affliggono. In particolare, sono state evidenziate quattro tipologie di ammaloramento: l'abrasione, ovvero un degrado materico che colpisce le superfici esposte e che si manifesta con perdita di materiale superficiale; decoesione, diminuzione della coesione tra i componenti strutturali che può provocare aumento della porosità del materiale e conseguente alterazioni delle caratteristiche meccaniche originarie; efflorescenze saline, degrado conseguente alla pressione di cristallizzazione dei sali che migrano all’esterno. Si tratta di formazioni che imbiancano la superficie cromatica determinando decosesione del legante e forti tensioni che portano alla rottura e successiva caduta del film pittorico. Infine, le lacune: caduta o mancanza di materiale, termine utilizzato per indicare la caduta di frammenti di intonaci dipinti con la conseguente perdita della leggibilità figurativa.